domenica 28 ottobre 2012


L'attaccamento tra mamma e bambino


Il legame di attaccamento è un particolare tipo di relazione stabile che si instaura tra un bambino e la madre sulla base di scambi interattivi reciproci, è un bonding che unisce nello spazio e si protrae nel tempo e soddisfa le funzioni di sicurezza, di protezione, di sopravvivenza e di benessere. La teoria dell’attaccamento rappresenta un quadro di riferimento con cui pensare allo sviluppo e comprendere l’adattamento dell’individuo. Il comportamento di attaccamento è definito come ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a mantenere la vicinanza con la principale figura di accudimento, ovvero la madre, nel momento in cui c’è una minaccia di separazione o una separazione completa; i segnali sono: il sorriso, la vocalizzazione, il pianto e, successivamente, l’avvicinarsi alla madre. La vicinanza fisica o anche solo visiva, dipende dal tipo di minaccia percepita, e determina l’inibizione del comportamento. Le esperienze visive ed uditive non sono necessarie affinché si sviluppi questo comportamento; anche bambini ciechi o sordi presentano tali manifestazioni. I cinque sistemi comportamentali che definiscono la condotta primaria di attaccamento sono: il succhiare, l’aggrapparsi, il seguire, il piangere, il sorridere.

Il sistema comportamentale di attaccamento è uno dei sistemi che motivano e regolano il comportamento del bambino; egli esplora l’ambiente circostante sapendo di avere a disposizione un’ancora di sicurezza data dalla stabilità della figura materna a cui riavvicinarsi nel momento di incertezza. I limiti accettabili di distanza dipendono da molti fattori, quali l’età, la presenza di estranei, il temperamento, la malattia, che modificano la percezione della figura della madre come rifugio stabile. In base a questa funzione di ricerca di sicurezza la madre può essere definita come una fonte di protezione cui rifugiarsi nelle situazioni di pericolo. I bambini utilizzano la madre come “base sicura” da cui partire per esplorare il mondo, equilibrando attaccamento ed esplorazione; l’equilibrio tra i due sistemi comportamentali non consiste solo nel mantenimento di un certo grado di vicinanza alla madre, ma è relativo al bilanciare l’esplorazione in risposta alla disponibilità dell’adulto, ai segnali con cui risponde al disagio e alla ricerca di contatto col bambino: in tal senso l’equilibrio tra i due sistemi è una premessa rilevante per lo sviluppo di un modello maggiormente bidirezionale.

Quindi il legame o relazione di attaccamento è quell’aspetto specifico della relazione tra madre e bambino connesso con l’affetto, con il mantenimento, la regolazione della sicurezza e della protezione. Si può parlare di relazione di attaccamento quando sono presenti tre caratteristiche fondamentali:
  • la ricerca di vicinanza e prossimità alla figura di attaccamento;
  • la ricerca di una base sicura nell’adulto di riferimento;
  • la protesta per la separazione.
Il termine attaccamento (dall’inglese attachment affezionarsi a) non esaurisce l’intera relazione tra una madre ed il figlio; esso definisce quella dimensione specifica della relazione affettiva che ha una funzione di protezione e che si esplica tramite la regolazione della prossimità, della sicurezza e della fiducia. Il legame emotivo duraturo che definisce una relazione di attaccamento ha una base evolutiva, una funzione biologica e una psicologica: i bambini sono geneticamente portati a stare accanto alle figure di accudimento per una necessità di sopravvivenza ereditata filogeneticamente, la sopravvivenza rappresenta la funzione biologica, mentre la sicurezza rappresenta la funzione psicologica. Tali legami hanno delle caratteristiche peculiari: – sono selettivi in quanto focalizzati su specifiche persone;
  • richiedono la ricerca di vicinanza fisica;
  • offrono sicurezza e benessere;
  • producono ansia di separazione nel momento in cui vengono interrotti.
La relazione di attaccamento ha una funzione di controllo della costanza della vicinanza della figura di attaccamento: se tale situazione è rispettata, l’attaccamento è in uno stato di quiescenza, mentre se la situazione è destabilizzata si attiva la reazione di attaccamento che porta al ripristino delle condizioni ottimali; ad esempio, se la madre è nelle vicinanze in modo da offrire sicurezza al bambino, egli potrà dedicarsi ai giochi, se si allontana, il bambino tenterà di ristabilire la vicinanza con il pianto o con altre strategie relativamente al grado di sviluppo.

I piccoli dell’uomo conoscono un periodo molto maggiore di dipendenza dagli adulti rispetto alle altre specie animali, ma mostrano anche un’elevata capacità di apprendimento. Nel bambino vi è un periodo sensibile, che interessa il primo anno di vita, durante il quale si sviluppa il legame di attaccamento nei confronti della madre.

Affinché si possa parlare di legame affettivo, è necessario che tale legame sia duraturo e non transitorio e che venga stabilito con una persona specifica; inoltre, il legame affettivo deve essere emotivamente significativo in modo che il bambino possa provare il desiderio di contatto e vicinanza; tale desiderio è in relazione alle condizioni del bambino, ad esempio: la salute, l’età e le circostanze. I legami di attaccamento condividono queste caratteristiche, ma sono contraddistinti dalla ricerca di sicurezza e di conforto; la specificità del legame di attaccamento è proprio la funzione di rassicurazione e di protezione del bambino nelle situazioni di disagio. Il legame madre-bambino diventa il prototipo delle successive relazioni sociali, pertanto lo sviluppo della relazione è di fondamentale importanza per l’evoluzione del bambino.

3 commenti:

  1. Il momento in cui il bambino viene messo fra le braccia della mamma dopo la espulsione è chiave nella formazione del bonding... Purtroppo questa pratica non viene sempre rispettata. Niente di più triste di un neonato che cuccia le ditta perché il seno della sua madre e la sua pelle non sono disponibili... Non c'e sicurezza, ne conforto. Non c'e garanzia e quindi la fotografia del mondo che ci resta impressa è segnata da un profondo senso di insicurezza. Il contrario di ciò che il bonding dovrebbe garantire.

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  2. Cara Olga,grazie per aver contribuito con il tuo pensiero condiviso.Da mamma ho avuto la fortuna di "attaccare" la mia piccola da subito, e lo è tutt'oggi che ha 10 mesi... Sai dare alcuni consigli alle nostre lettrici che magari si trovano a "non poter condividere la loro pelle con i loro bimbi"?

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  3. Il bonding tratta di fiducia, di collegamento e di presenza. Il bambino sviluppa questi concetti tramite i sensi. Bisogna toccare, baciare, cullare i propri figli. Non è mai tarde perché la madre, il suo respiro ed il suo battito restano nella memoria dei figli anche fissi nelle zone più profonde della vita adulta. La possibilità di ritrovarli nel momento del bisogno è il mattone con cui si costruisce la fiducia .

    Comunque Delia, insisto nella importanza de la conoscenza dei propri diritti e della importanza che loro vengano rispettati. E' un diritto delle mamme avere l'opportunità di accogliere il bambino appena nato fra le braccia anche dopo un cesareo per esempio. La importanza del tatto per il neonato è un fatto anche scientifico che ci ha portato a lo sviluppo di nuove tecniche nella cura dei bambini prematuri (mamma canguro) e quindi, i bisogni dei bambini e delle mamme devono essere rispettati. Sembro un po' passionale, ma non si finisce di imparare e ho sentito tante scuse per allontanare i neonati dalla madre per inverosimili controlli e protocolli ospedalieri che mi sento in dovere di ripetere questo messaggio ogni volta che mi è possibile. Grazie per l'opportunità.

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