Nel bambino, specie se molto piccolo, la regolazione delle proprie funzioni e dei propri ritmi è più difficile che nell’adulto. Quando una situazione quotidiana si carica emotivamente in modo marcato, tali abilità vengono esercitate con ancora maggior difficoltà.
La regolazione del comportamento nel bambino avviene attraverso la mediazione dell’adulto; perciò se il bambino è in crisi, fa i capricci o cerca di imporre la propria volontà al genitore, è opportuno che quest’ultimo mantenga la calma e risponda sereno, ancorchè deciso, senza urlare a sua volta tutta la propria ira al bambino. Anzi, ai fini della promozione di un rapporto basato sul reciproco ascolto (prerogativa indispensabile per l’instaurazione del dialogo anche nelle delicate fasi evolutive successive, in particolare l’adolescenza), è ancor meglio che egli abbassi la propria voce, privilegiando i contenuti e la solidità rispetto all’effimera alternativa di sedare sistematicamente il bambino con delle urla (o, peggio, con una percossa).
Infatti, se le argomentazioni del genitore si fanno interessanti, il bambino si abitua inevitabilmente a vedere il genitore come una solida base sicura capace di regolare oltre al proprio comportamento anche quello del bambino, persino in una situazione di spiccato conflitto.
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